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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
Nei giorni scorsi si è tenuto a Roma presso l'Università Europea il workshop "Privacy, sicurezza e trasparenza nell'era digitale". L'Università di Salerno ha presentato i risultati di una ricerca condotta su 600 studenti. A grandi linee emerge che gli studenti sono tecnicamente dotati e temono per la loro privacy, ma solo in relazione a ciò incamerano attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Circa la metà degli intervistati passa da 1 a 3 ore su Internet. Il 60% ha affermato di saper moficare le impostazioni predefinite di motori di ricerca e social network, il 59% lo ha effettivamente fatto. Il 30% ha detto di sapere che è possibile ma di non essere in grado di completare l'operazione. Il 47% comunica la password di posta elettronica e social network a partner e familiari. Il 75% non è preoccupato per le registrazioni che alcuni siti possono fare dei loro accessi. Anche la raccolta di dati sul browser in uso non angustia particolarmente. Il 33% non ritiene la pratica rischiosa, il 40% afferma di essere poco angosciato. Il 34% dichiara di essere impensierito dalla conservazione dei dati operata dai social network, quantunque l'81% sia preoccupato dal movimento dei dati. Segnala ad un amico |
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