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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
Non sarebbe la prima volta. Era già toccato nel 2010 a BlackBerry. Adesso il governo dell'Arabia Saudita pare intenzionato a bloccare la diffusione di noti software quali Skype, WhatsApp e Viber, almeno fino a quando non vengano conformati ai dettami normativi del paese. Le leggi saudite prevedono la possibilità per le autorità di monitorare il traffico generato da applicazioni software dedicate alla messaggistica. In realtà alla base delle intenzioni della nomenclatura ci sono i timori legati al supporto e alla visibilità offerta da tali programmi alla proliferazione delle proteste politiche. Infatti le manifestazioni politiche sono considerate illegali e del tutto vietate. BlackBerry era finito sul banco degli imputati perché le impostazioni di crittografia adottate dalla rete impedivano alle autorità di controllare le comunicazioni e, potenzialmente, costituivano un problema di sicurezza nazionale. Per Skype, WhatsApp e Viber siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Ad oggi la TV locale Al Arabiya fa sapere che le applicazioni sono perfettamente funzionanti. Segnala ad un amico |
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