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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
Scommetto che vi sarà capitato qualche volta, mentre stavate facendo qualche cosa con un terminale virtuale (quelli che raggiungete premendo Ctrl+Alt+FX, dove X è un numero che in genere va da 1 a 6, ma dipende da quello che c'è scritto in /etc/inittab), che vi saltassero fuori cose come questa: Insomma, voi siete lì che lavorate e magari state imparando come funziona la shell di Linux ma, quando inserite, chessò, una penna USB, vi si riempie il terminale di messaggi indesiderati che voi a stento capite. Ebbene, a questo esiste una soluzione che potete usare anche subito ed è di facile implementazione. Nota: Questo procedimento funziona solo per syslog, il logger più diffuso nelle distribuzioni moderne; Questo procedimento NON INTACCA dmesg o /var/log/messages, il log di default di Linux. Syslogd, il demone "messaggero"
Gli "sproloqui" del kernel sono causati da una poco attenta configurazione di syslogd, un demone di log molto comune nelle distribuzioni moderne. Syslogd intercetta i messaggi provenienti da alcuni ambienti (chiamati in gergo facilities, che possono essere facility di mail, il kernel, cron o le stampanti) e li deposita in posti prestabiliti. Il bello è che questi "luoghi" possono essere sia i file che i terminali, o anche nessuna parte. Può capitare che ci siano alcune distribuzioni (come, a volte, la Ubuntu) che "spalmino" i messaggi di Linux per i terminali, senza un senso particolare. Ma a volte questa pratica è piuttosto fastidiosa per l'utente finale... però potrebbero esserci alcuni terminali che non vengono utilizzati fin da subito. E allora sfruttiamo uno di questi terminali liberi per dire a syslogd dove vogliamo che i messaggi del kernel vadano a raggrupparsi. Terminali a go-goLa fila di tasti più in alto sulla tastiera del vostro computer è occupata dai cosiddetti FX (ho già spiegato che X è un numero che parte da 1 e, sulla tastiera, arriva fino a 12, ovvero F1, F2, F3, F4, F5... fino a F12), che in Linux sono molto usati per viaggiare da un terminale all'altro. In ambienti standard i terminali dove è possibile accedere alla shell Linux vanno da 1 a 6 (quindi accessibili attraverso i tasti funzione da F1 a F6), mentre F7 è comunemente usato da X, ovvero l'interfaccia grafica. I restanti terminali, da F8 a F12, sono generalmente liberi, e possiamo usarli come vogliamo. Per esempio, esiste un modo per occuparli con ulteriori shell Bash e renderle interattive, ma qui noi vogliamo scaricarci i messaggi del kernel. Quindi scegliamo, a piacere, uno dei terminali da F8 a F12. Per esempio, prendiamo F12.
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