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![]() Non molto tempo addietro, una ricerca tedesca sollevò il grave problema dei sistemi Zombi, PC compromessi alla totale mercé di una volontà remota, utilizzabili come un vero e proprio esercito per portare attacchi mirati ad un server bersaglio. Ora si apprende che a Sidney, in Australia, il provider di servizi a banda larga BigPond è stato costretto ad impedire l'accesso alla rete a 6 dei suoi abbonati, sospettati, a quanto ha fatto sapere l'azienda, di essere stati presi di mira da Trojan Horse che, sfruttando le vulnerabilità e le falle aperte, avrebbero permesso ai loro creatori di usare i PC per generare un notevole aumento di richieste di ping verso i propri server. Un singolo ping solitamente è innocuo, ma in questo caso il numero delle richieste sarebbe arrivato al punto da configurare un vero attacco DOS, potenzialmente in grado di mettere in ginocchio il sistema. L'azienda ha fatto sapere che sta "... continuando a individuare e rimuovere dalla rete alcuni computer. BigPond è solo uno dei tanti provider nel mondo che vengono presi di mira in questo modo". Vista la gravità della situazione, sono stati allertati anche i reparti telematici della polizia australiana, e una ulteriore nota della società informa come ci sia l'intenzione di "... attivare una soluzione tecnica che si ritiene ridurrà enormemente l'impatto di questo problema". Segnala ad un amico |
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