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Abbiamo concluso il nostro viaggio nelle pieghe delle più famose ed utilizzate licenze open source. Ne esistono in vero moltissime altre, alcune dedicate ai programmi, altre espressamente studiate per essere applicate a documentazione, articoli ed altro materiale testuale. Purtroppo però, non mi è possibile prenderle in considerazione tutte: reputo comunque che quelle trattate in questo articolo siano le più significative per il modo del software. RiassumendoAbbiamo visto che esistono differenze piuttosto significative fra le varie licenze. Allo stesso modo, è bene ribadirlo, tutte introducono limitazioni e clausole aggiuntive solamente dal momento in cui uno sviluppatore è interessato a ripubblicare il codice da esse tutelato. Per quanto riguarda l'utente finale invece, o il programmatore che sceglie di realizzare applicativi derivati senza però rendere disponibile al pubblico il proprio lavoro, la libertà è pressoché assoluta. GPL è la licenza per i puristi: scegliendola per il proprio lavoro, si dichiara di voler rendere disponibile il codice solamente a chi vorrà utilizzarlo o in un ambito limitato, oppure con la chiara intenzione di condividere a propria volta le modifiche apportate. La famiglia BSD (comprensiva della licenza MIT) prevede gli accordi più permissivi di tutti quelli analizzati: se siete d'accordo che il vostro lavoro possa essere utilizzato anche i progetti closed source a patto che vi venga dato credito, orientatevi in tale direzione. Mozilla Public License è una via di mezzo fra le due: è concesso l'utilizzo in programmi closed, ma tutte le modifiche apportate ai vostri sorgenti dovranno comunque essere pubblicate. Apache License è, in fondo, piuttosto simile ad una BSD, e valgono quindi le stesse considerazioni espresse in precedenza. La famiglia Shared source di Microsoft propone infine una licenza pubblica piuttosto permissiva ed una sorta di MPL con il marchio del gruppo. Le altre tre licenze non sono invece approvate dall'organizzazione che regola il mondo del free software e, come tali, dovrebbero essere tralasciate da chi ha scelto di distribuire i propri programmi rendendo disponibile anche il codice sorgente. Una raccomandazione conclusivaIn un'ottica di massima chiarezza, ripeto di nuovo quanto detto in apertura: non sono un avvocato, e non ho assolutamente la pretesa di essere riuscito a tracciare un quadro completo e preciso della situazione. Raccomando vivamente di prendere contatto con un legale qualificato prima di trarre conclusioni basate su quanto esposto, soprattutto in ambito aziendale.
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