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Disturbo da Internet Dipendenza

26/07/2006
- A cura di
Tecnologia & Attualità - Le forme di dipendenza da Internet sono in aumento e destano un notevole allarme sociale: si rifiuta la vita socio-relazionale e ci si isola da tutto. L'unica forma di comunicazione avviene mediante l'utilizzo di dispositivi elettronici.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Quando ti svegli la notte per controllare l'e-mail, quando si rompe il computer e quasi impazzisci, quando non ti va più di uscire di casa perché vuoi stare davanti al computer... a questo punto forse è arrivato il momento di farsi curare, perché quelli sopra descritti sono i sintomi dell'Internet Addiction Disorder, ossia del Disturbo da Internet Dipendenza.

Un po' di storia

L'espressione IAD, Internet Addiction Disorder, viene introdotta nel 1995 dal dottor Ivan Goldberg, psichiatra americano, il quale, con la parola addiction, si riferiva ad una dipendenza patologica, ossia ad una ricerca reiterata di una forma di piacere che crea disagio per dipendenza. Il dottor Ivan Goldberg riteneva che l'errato uso di Internet causasse danni clinicamente significativi.

In Italia si è iniziato a parlare di dipendenza da Internet nel 1997, quando è stata introdotta l'espressione IRP, Internet Related Psychopathology, che il Dottor Tonino Cantelmi definisce come una serie di disturbi che appartengono ad una più ampia categoria di patologie. Tra questi disturbi, ricordiamo la dipendenza dal gioco d'azzardo on-line, la dipendenza da cyber-relazioni e la dipendenza da una quantità eccessiva di informazioni.

Cantelmi segnala due tappe del percorso che conduce alla Rete-dipendenza:

  • Fase Tossicofila: è caratterizzata dall'aumento delle ore di collegamento ad Internet, con conseguente perdita di ore di sonno, controlli ripetuti di e-mail e siti preferiti, elevata frequenza di chat e gruppi di discussione, idee e fantasie ricorrenti su Internet quando si è off-line;
  • Fase Tossicomanica: ad essa sono riconducibili collegamenti ad Internet estremamente prolungati, al punto da mettere a rischio la propria vita sociale, affettiva, relazionale, lavorativa o di studio.

Predisposizione

I soggetti a rischio hanno un'età compresa tra i 15 e i 40 anni, hanno una buona conoscenza dell'informatica, spesso sono isolati per ragioni lavorative (es. turni notturni di lavoro) o geografiche e solitamente presentano problemi psicologici, psichiatrici o familiari preesistenti alla Rete-dipendenza (tra questi problemi spiccano solitudine, insoddisfazione nel matrimonio, stress collegato al lavoro, depressione, problemi finanziari, insicurezza dovuta all'aspetto fisico, ansia, lotta per uscire da altre dipendenze, vita sociale limitata, etc...)

Sintomatologia

I sintomi più frequenti: ansia, insonnia, depressione, alterazione del ritmo sonno-veglia, distorsione del tempo, alterata percezione di se stessi, disturbi della personalità, riduzione della capacità di relazione e del contatto con la realtà, la sfera affettiva e il lavoro, perdita della capacità di limitare il tempo trascorso in Rete, a danno di ogni altro impegno.

Tre fondamentali componenti della dipendenza da Internet

Tolleranza:

  • Aumento significativo del tempo trascorso in Internet per ottenere soddisfazione;
  • Riduzione significativa degli effetti derivanti dall'uso continuo delle medesime quantità di tempo trascorso in Internet.

Astinenza:

  • Agitazione psicomotoria;
  • Ansia;
  • Pensieri ossessivi focalizzati su cosa sta succedendo in Internet;
  • Fantasie e sogni su Internet
  • Movimenti volontari e involontari di typing con le dita.

Craving o smania

  • Accesso a Internet sempre più frequente o per periodi di tempo più prolungati rispetto all'intenzione iniziale;
  • Desiderio persistente o sforzo infruttuoso di interrompere o tenere sotto controllo l'uso di Internet;
  • Dispendio della maggior parte del proprio tempo in attività correlate all'uso di Internet (acquisto di libri on-line, ricerca di nuovi siti, organizzazione di file, etc...) ;
  • Deprivazione di sonno, difficoltà coniugali, ritardo agli appuntamenti, trascuratezza nei confronti dei propri doveri occupazionali, sensazione di abbandono da parte dei propri cari.

Questi tratti, propriamente tipici della tossicodipendenza, dell'alcolismo, del gioco d'azzardo patologico (GAP), dell'attività sessuale maniacale e dell'anoressia, sono oggi riconoscibili anche in quei soggetti che fanno un uso eccessivo di Internet, per soddisfare, sul piano virtuale, quello che non riescono ad ottenere sul piano della realtà. Chi è affetto da tale forma di psicopatologia tende a percepire il mondo reale come un vero e proprio impedimento all'esercizio della propria onnipotenza, che sperimentano con immenso piacere nel mondo virtuale.

I soggetti che utilizzano la rete, oltre a non percepire l'ammontare di ore già trascorse davanti al monitor, tendono ad adirarsi facilmente con chi li distoglie dal loro "viaggio"; situazione, quest'ultima, che può essere paragonata alla risposta che un alcolista dà ad un amico trovandosi ad una festa: "soltanto un bicchierino!", o a quella del fumatore che dice a se stesso "solo un'ultima sigaretta e andrò a dormire!"; lo stesso processo mentale viene messo in atto dai dipendenti da Internet, che risponderanno irritati, a chi gli chiede di disconnettersi, "ancora un minuto e spengo!", oppure diranno a se stessi, razionalizzando, "un altro minuto non farà molta differenza...", mentre invece rimarranno connessi ancora per ore e ore.

Tuttavia, a mio modesto avviso, Internet non è né alcool, né nicotina, pertanto, una volta compreso come tutto ciò possa trasformarsi in una grande perdita di tempo, dovrebbe essere possibile controllare l'utilizzo del computer e ritornare ad attività più produttive.

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