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L'industria del cinema fa affari d'oro alla faccia del P2P

27/06/2007
- A cura di
Archivio - Nonostante i piagnistei degli studios le vendite complessive del settore sono in crescita, dicono le stime ufficiali ancorché riservate. Della serie ora potrebbero anche smetterla di raccontare frottole sui mancati guadagni a causa del file sharing...

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

C'è poco da fare, le bugie hanno sempre le gambe corte: l'industria multimiliardaria del cinema hollywoodiano si lamenta da anni dei "danni irreparabili", o presunti tali, apportati ai loro un-tempo-lauti affari dalla condivisione non autorizzata di film sui circuiti di P2P, ma stando alle stesse stime ufficiali di MPA la baggianata di cui sopra viene categoricamente e clamorosamente smentita dai fatti. Il settore continua a crescere, nonostante lo scambio in rete, la pirateria e la crescita di altri generi di intrattenimento come i videogame.

Non che i magnati del cinema si siano sprecati granché a farcelo sapere: la "soffiata" arriva dal prestigioso The Hollywood Reporter, che ha pubblicato in questi giorni i risultati di un rapporto confidenziale della Motion Picture Association, inviato alle alte sfere dirigenziali dell'industria cinematografica statunitense.

In buona sostanza lo studio, che copre le vendite provenienti da tutti i settori di distribuzione dei contenuti cinematografici prodotti da sei grandi etichette facenti parte di MPA (Walt Disney, Paramount, Sony, 20th Century Fox, Universal e Warner Bros), segnala la crescita dei ricavi dell'intero business di un notevole 8% nel corso del 2006, che in soldini significa l'aver raggiunto la cifra di 42,6 miliardi di dollari di guadagno.

In particolare il mercato statunitense è cresciuto del 10%, mentre quello internazionale dei 25 maggiori paesi (tra cui l'Italia) del 5%. In quest'ottica, gli USA hanno contribuito ai ricavi totali con 24,3 miliardi di dollari, mentre il resto del mondo con 18,3 miliardi di dollari. L'anno scorso ha insomma segnato una controtendenza per l'industria, che è passata da una perdita di ricavi dell'8,2% del 2004 all'attivo corrente.

Le notizie positive per i dirigenti dei megastudios parlano di crescita di tutti i settori di distribuzione, dall'home video Pay TV. E i biglietti del cinema, la cui drastica riduzione viene da sempre portata ad esempio delle conseguenze nefaste del P2P sul business? Crescono, e per giunta di un notevolissimo 21% in tutto il mondo. Anche qui, a quanto pare, MPA e compagni di merende stavano raccontando soltanto frottole...

01_-_MAFIAA_logo.gifÈ interessante poi notare come per il fondamentale settore del "cinema da salotto" la faccia da padrone il formato DVD, responsabile del 44% di tutti i ricavi dell'industria (in leggera flessione di tre punti percentuali) mentre il VHS si avvicina all'estinzione definitiva con l'1% degli introiti.

Gli allarmi ripetuti, le tirate ideologiche e i presunti danni a 25 zeri propagandati in anni di ignobile attivismo crociato da parte di MPA e affini vanno dunque ridimensionati in funzione della verità fattuale: non è vero che l'industria del cinema è in declino, non è vero che la pirateria sta uccidendo la settima arte e soprattutto non è vero che chi scarica film da Internet danneggia in maniera irreparabile gli studios e i tanti lavoratori che ci girano intorno. Con buona pace dei soliti noti e dei mafiosi dell'industria che propinano tutto tempo indecorose falsità su P2P e affini, non sarà certo qualche DivX scaricato per il week-end a far estinguere i coriacei dinosauri dell'entertainment...

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