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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
La faccia tosta di RIAA non aspetta altro che di consumare quel poco di dignità che le è rimasta sotto i piedi dei presunti condivisori di materiale illegale a mezzo P2P. Che poi magari tali condivisioni non siano mai sul serio avvenute è l'ennesima dimostrazione della stupidità e della fallibilità dei presunti controlli messi in atto dai mafiosi dell'industria musicale. Accade dunque che il caso Atlantic vs. Andersen, in cui la quarantunenne Tanya Andersen era stata appunto accusata di download non autorizzato di Il caso fece scalpore un paio di mesi or sono, quando l'organizzazione Tale particolare formula permetterà alla signora Andersen di continuare a contrattaccare RIAA in tribunale e richiedere il risarcimento per le spese legali fin qui sostenute. Cosa che Andersen ha già iniziato a fare da tempo, portando le major alla sbarra per abusi, violazioni alla privacy, frode telematica e via di questo passo. Il pregiudizio con cui si è concluso il suo caso fungerà ora da volano per continuare ad opporsi alla impenitente e indecorosa tracotanza dell'industria e dei suoi tirapiedi. Segnala ad un amico |
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